Dalla sinossi del film di Giorgio Ferrero, Beautiful Things (Italia 2017)

“Questi uomini sono inconsapevolmente alla base della sequenza di creazione, trasporto, commercializzazione e distruzione degli oggetti che alimentano la bulimia del nostro stile di vita. Gli oggetti di cui pensiamo di aver bisogno ogni giorno iniziano e finiscono il loro viaggio all’interno di luoghi industriali e scientifici isolati e spettrali. Questi uomini sono monaci all’interno di templi di acciaio e cemento e ripetono ogni giorno nel silenzio e nella solitudine la stessa liturgia meccanica, convivendo con i propri fantasmi. Lei e Lui sono una coppia come tante. Hanno passato la vita ad accumulare oggetti fino a un punto di saturazione.”

Nel 1965, Georges Perec, che aveva seguito i corsi di Roland Barthes sul linguaggio pubblicitario, pubblica il suo romanzo d’esordio Les choses : une histoire des années soixante: storia di una giovane coppia intrappolata nel sogno-delirio di un sistema di oggetti nel quale si cristallizzava la nuova mitologia dell’uomo contemporaneo. Oggi questo sistema appare come un cumulo rovine, ma gli oggetti continuano a brillare come pezzi di vetro in un’enorme discarica a cielo aperto, bagliori di una promessa priva di ogni speranza di redenzione.

Thanks to Eviana Memeo per il consiglio di lettura.